I faggi (Fagus sylvatica) sono alberi con grandi tronchi colonnari dalla corteccia grigio chiara, regolare e uniforme. Le loro chiome estese formano una fitta volta di fogliame di color verde acceso, un manto continuo che si interrompe in corrispondenza di piccole radure create da alberi caduti. All’ombra dei faggi il terreno si mantiene fresco, ricoperto da fogliame secco, rifugio ideale per piccoli invertebrati, anfibi e piccoli mammiferi come scoiattoli e ghiri.
La faggeta è lo stadio più maturo del bosco alle nostre latitudini: il faggio è una specie dominante e nelle successioni ecologiche rappresenta lo stadio chiamato climax.
Con l’arrivo dei primi freddi, le foglie di faggio cominciano a tingersi di giallo. L’autunno è un momento molto suggestivo per visitare le faggete; le foreste si spogliano e le foglie cadute al suolo creano un soffice manto. La vita nelle faggete ricomincia ad aprile.
I faggi hanno fiori unisessuali, quelli maschili racchiusi in amenti (piccoli gruppi) e penduli, quelli femminili solitari o a due, chiusi in una capsula spinosa non pungente. In tarda estate i fiori fecondati si trasformano in frutti, le faggiole, racchiuse a coppia all’interno di un involucro globoso che a maturità si apre.
Le faggiole costituiscono la fonte di sostentamento di una grande quantità di animali, primi fra tutti il ghiro e il cinghiale. Non a caso, la parola faggio deriverebbe dal greco faghein, mangiare.
Anche l’uomo in passato ne ha beneficato ricavandone olio alimentare e, in tempi di carestia, farina con cui produrre pane. Periodicamente, ogni 5-10 anni, si verifica una produzione particolarmente abbondante di faggiole. I semi custoditi all’interno danno vita a piantine vigorose, ben tolleranti dall’ombra.
La vita nelle faggete è stata particolarmente studiata in Foresta Nera dallo scienziato forestale Peter Wohlleben e nelle regioni dei massicci montuosi tedeschi. Per saperne di più, visita la pagina La vita segreta delle faggete.
Oltre alla faggeta, un altro biotopo di particolare interesse ad Orino è la selva castanile.