“il Daniele, coi suoi ricordi e le sue conoscenze, è sempre stato un punto di riferimento riguardo ad Orino, una persona di cui fidarsi, di buona compagnia e con il quale si conversava con piacere.”
Chi l’ha conosciuto lo ricorda come un uomo mite, educato, pieno di Spirito, di saggi ricordi da condividere e di amore per la Terra: un punto di riferimento.
Daniele coltivava un frutteto ricchissimo di biodiversità: vite maritata e legata con il salice, grandi piante di amarene selvatiche ingentilite e… l’immancabile Pom Pepin tra zucchine, pomodori e filari di cornetti.
Daniele era solito raccontare aneddoti e ricordi legati alla sua vita nei boschi. Grande innestatore, ha partecipato alla valorizzazione della mela del paese e innestato numerose piante su portinnesto selvatico. Sono alberi che ci metteranno più tempo a crescere e portare frutto, sono elementi del patrimonio e del paesaggio che testimoniano quella grande capacità dei nostri predecessori di pensare alle generazioni future.
“Daniele, oltre a essere un pezzo di storia del paese di Orino, era uno dei pilastri del Gruppo del dialetto di Orino che da tre anni, con riunioni quindicinali, tenta di tenere vivo il nostro dialetto, le vecchie usanze e modi di vivere di una volta, un’attività che ha prodotto la pubblicazione di due libri con tante storie.
Della comitiva, Daniele era uno dei più attivi, nonché anziano, la sua mente lucida era di grande aiuto nel ricordare particolari, situazioni e vicende vissute.”