Un frutteto tradizionale è caratterizzato da alberi voluminosi e longevi. Le piante tra loro sono distanti per permettere l’espansione delle chiome di notevoli dimensioni. La raccolta richiede l’utilizzo di scale o di aste raccogli frutta.
E’ ormai raro incontrare alberi da frutto maestosi e sviluppati perché anche nella frutticoltura di auto-produzione dell’ultimo trentennio si sono prediletti alberi di piccole dimensioni. Le testimonianze che troviamo sono perlopiù piante isolate o in zone al margine dello sviluppo degli abitati.
E’ la scelta del portinnesto a determinare il tipo di frutticoltura che si desidera praticare.
La frutticoltura più tradizionale utilizza portinnesti nati da seme, detti “franco” o “selvatico” o portinnesti detti vigorosi, che favoriranno la crescita di piante di medie e grandi dimensioni con apparato radicale forte e resistente alle intemperie. I tempi si allungano: una pianta più grande è più forte ma ha bisogno di più tempo per crescere e di più tempo per portare i propri frutti.
La coscienza ecologica e i cambiamenti climatici, stanno favorendo un ritorno alla tradizione con radicate motivazioni scientifiche. I frutti cosìdetti antichi sono più resilienti: si adattano più facilmente ai cambiamenti climatici, resistenti alle avversità metereologiche, offrono frutti più conservabili anche se più piccoli e di differenti forme.
Scopri la storia del frutto antico di Orino, la Pom Pepin.
Per approfondimenti: La melicoltura nella tradizione di Orino