Ad Orino si conservano intatte, almeno nella loro parte esterna, le cosiddette “latrine a sbalzo”, installate in un minuscolo vano al piano superiore di alcune abitazioni, che formava una sorta di “cabina” sulla facciata.
I bisogni venivano così evacuati direttamente all’esterno e cadevano al di sotto o venivano raccolti in fosse ventilate.
Le deiezioni venivano “raccolte” in linea di massima in un fossato e l’acqua dei fossati provvedeva alla loro evacuazione, in assenza di una fogna.
In assenza di uno scarico (e di un tubo di evacuazione), era semplicemente l’acqua piovana (ammesso che il tempo lo consentisse) a “pulire” gli escrementi che “scivolavano” lungo le pareti. Da qui la relegazione delle latrine sulla facciata secondaria, di lato… Un’altra soluzione usuale consisteva nel far cadere i rifiuti organici in un’area isolata, dove venivano poi recuperati per le colture, costituendo un concime d’elezione.
Il loro uso è attestato in Europa – a volte anche fino a metà ‘900 – in campagna così come in città.
Oggi ad Orino si conservano almeno due latrine sospese, visibili da strada: la prima, da via Garibaldi 2 (vedi foto).