Giuseppe Moia, conosciuto come Padre Pino, era un frate salesiano originario di Orino. Dedicò la sua vita alle missioni in India.
Don Luigi Braga lo ricordò con queste parole:
In lui ho conosciuto un uomo, un prete che, grazie alla fede, è uscito dal suo piccolo villaggio ed è diventato cittadino del mondo. Le dure esperienze della sua giovinezza culminate con l’ordinazione sacerdotale, avvenuta in un campo di concentramento inglese l’8 dicembre 1944, lo hanno forgiato per resistere ad un ministero massacrante. I suoi confratelli lo hanno definito un artista, un poeta, un musicista, un oratore, un poliglotta, uno scrittore, un editore, un medico, un tecnico, un contadino, un muratore, un cacciatore…ma, soprattutto un grande Salesiano.Quando tornava ad Orino e raccontava i suoi ricordi del paese riusciva ad affascinare chiunque come se stesse narrando una sua avventura ambientata nel cuore della foresta indiana. Era un piacere ascoltare le sue prediche, anche se lunghe, non stancavano mai, anzi, a novant’anni era capace ancora di tenere l’uditorio col fiato sospeso. Eppure, nonostante le sue imprese in giro per il mondo, non perse mai la semplicità e la schiettezza. Dopo settanta anni di vita in India, quando tornava a casa, riprendeva a parlare italiano o dialetto come se niente fosse, senza la minima inflessione inglese e quando gli portavo l’esempio di alcuni che dopo pochi anni di America, avevano già preso l’accento americano, ridendo confessava che era tutta scena, perché la propria lingua non si dimentica mai. Era fatto così, la fede lo portò ad essere missionario del vangelo e a compiere autentici miracoli dei quali il più grande è stato quello di essersi definito ancora a novanta anni il P. Pino figlio dur Tranquill e de la Lisa de Urin.