i mutamenti economici, sociali e tecnologici avvenuti, negli ultimi 50 anni si è assistito a una specializzazione della melicoltura che ha contribuito all’evoluzione dei paesaggi agrari nei quali il melo è protagonista. Sono state introdotte nuove varietà, spesso di provenienza statunitense (come la Delicious e la Granny Smith), che hanno sostituito quelle coltivate da secoli, e le innovazioni di tecnica colturale hanno riguardato tutto il processo produttivo. Le forme di allevamento, piramide e vaso prima, in seguito palmetta, sono state sostituite, negli anni più recenti, da fuso e fusetto nelle loro numerose varianti. L‟introduzione di portinnesti nanizzanti, l‟affinamento delle tecniche di gestione del suolo, l‟adozione di sistemi di irrigazione a goccia e di sistemi di difesa dalle avversità atmosferiche (in particolare le reti antigrandine), la meccanizzazione spinta di tutte le operazioni colturali, hanno mutato la fisionomia dei meleti e con essa quella dei paesaggi agrari. Si pensi ai cambiamenti di paesaggio da quando la melicoltura era estensiva, con piante di grossa taglia, sparse o consociate ad altre colture agrarie, a quella intensiva di oggi, con filari ordinati, densità di impianto elevata, piante di dimensioni contenute, forme di allevamento sempre più attente a ottimizzare l‟interazione genotipo-ambiente. Le finalità produttive della frutticoltura non possono oggi prescindere dal risultato economico, legato strettamente ai costi globali e al contesto socioeconomico, alla produttività e alla rispondenza qualitativa e quindi ai prezzi dei prodotti. Produrre presto, ove possibile fin dal secondo anno, quasi annullando la distinzione tradizionale tra albero di allevamento e fase di produzione dell‟albero, è perciò l’obiettivo che va in questa direzione; anche se raggiungere in fretta la massima produzione può in parte pregiudicare la funzionalità e la longevità dell’impianto59. Si è cercata una forte riduzione della mole delle piante e l‟architettura della chioma è stata modificata agendo inizialmente sulla ramificazione e sulla disposizione libera delle branche. Obiettivo essenziale della moderna potatura è diventato, pertanto, il raggiungimento di uno sviluppo precoce, equilibrato ed autonomo dell‟albero, nel contesto di specifici disegni di impianto e forme di allevamento. Per questo si sono progressivamente aumentate le densità di piantagione, si è diffuso l’uso di portinnesti relativamente deboli o nanizzanti e infine si è proceduto ad integrare le tecniche agronomiche in protocolli di produzione integrata (obbligatori in Europa dal 2014) e biologica.